venerdì 23 dicembre 2016

Romanzo: Cassandra Codex capitolo 1

Premessa:
Per chi mi conosce già da "La Trilogia del Quadrifoglio" sa che scrivo pure romanzi, prevalentemente fantasy, ma il Cassandra Codex è stato un tentativo di romanzo fantascientifico con prima stesura intorno al 2011.
Il primo capitolo che vi metto a visione oggi, è la versione rimodernata nel febbraio 2015, se nel 2011 tablet e androidi erano ancora fantascienza, cinque anni dopo, riconosco che le cose sono cambiate molto, ma ugualmente, voglio il vostro parere, su questo primo capitlo, buona lettura.

J.M.R


Capitolo 1

Cassandra 

-ASPETTI!- urla una ragazza con una lunga treccia bruna battendo pugni contro la portiera della salita di un autobus, riferita al autista, mentre questi fa quasi per partire.
-Grazie- dice la giovane quando sale, ansante, ma l’uomo non la degna di uno sguardo e inizia la sua corsa per le montagne.

La ragazza, va a sedersi in uno dei tanti sedili vuoti dell’autobus; poggia lo zainetto di nylon sul sedile a fianco e da questo estrae un tablet, nero lucido.
Sullo schermo a cristalli liquidi appare il viso di una giovane donna dai capelli rossi e gli occhi verdi, che osserva la ragazza attraverso la webcam incorporata, ma non apre bocca finché la ragazza dalla treccia bruna , non inserisce gli auricolari nel tablet:
-Buon pomeriggio Cassandra- saluta –come è andata la scuola oggi?-
-E’ andata, come al solito Syrel, ho un paio di programmi interessanti, per te- risponde la ragazza di nome Cassandra, digitando sulla tastiera, senza aprir bocca
-e il lavoro?- chiede negli auricolari la giovane donna
-Quello benissimo! Oggi sono arrivati nuovi articoli dall’America, dovevi vederli…erano divini…certi cristalli di ametista…opali iridescenti…occhi di gatto di ogni colore forma e dimensione-
-Sono contenta…quando torni a casa?-
-Ho appena preso l’autobus al capolinea della metropolitana, penso che tra un’oretta sarò lì-
-Bene…hai qualche richiesta speciale per cena? Cosa ti andrebbe di mangiare?-
-Mmmh… stasera mi piacerebbe una bella scodella di ramen con brodo aromatizzato allo zenzero, se non ti disturbo troppo Syrel-
-Ma figurati, allora mi metto all’opera- e aggiunge con un dolce sorriso –Ah! Approposito, ha chiamato Sofia…tua sorella…ha detto che il piccolo inizia a fare i primi passi, ma ti racconterà tutto lei, quando torni. Ci vediamo dopo…- e la videochiamata s’interrompe.
“A dopo” pensa ancora Cassandra sospirando e volgendo lo sguardo alle montagne al di là del finestrino.
La metropolitana purtroppo non arriva fin lassù tra le montagne, e ogni giorno Cassandra sia per andare in città che per tornare deve fare circa un ora di autobus-navetta e poi circa mezz’ora di metropolitana per arrivare all’università, e poi la sua facoltà è a 5 minuti dal negozio di pietre dure e semi-preziose dove lavora nel pomeriggio.

Cassandra viveva lassù tra le montagne dall’età di 7 anni, in una villa completamente automatizzata e computerizzata ideata dai sui genitori…si… i suoi genitori, ingegneri di elettronica robotica avevano creato i primi modelli di robot umanoidi di utilizzo domestico, e li avevano continuati a perfezionare fino a 10 anni prima quando scomparvero misteriosamente durante una vacanza romantica sulle alpi svizzere.
Cassandra a quei tempi aveva 15 anni e la sorella maggiore, Sofia 20 e stava già lavorando al ristorante come cameriera.
Per fortuna che c’era stata Syrel, prototipo di un robot di ultima generazione inventato dal padre 15 anni prima, in continuo aggiornamento fino alla scomparsa di Giulio e Assunta Bruni.
Syrel ormai aveva 25 anni, la stessa età di Cassandra, e il livello d’amicizia tra le due era talmente intenso che ormai, pure Sofiaa, la sorella maggiore la considerava una terza sorella.
Le tre erano sempre state un bel terzetto, una mora, una rossa e una bionda…ma da circa 3 anni, la biondissima Sofia si era sposata con il suo datore di lavoro, Giovanni, proprietario e chef del ristorante dove la sorellona aveva trovato occupazione come cameriera appena finta la scuola, e adesso aveva un bambino di due anni, Daniele.

Benché le due sorelle hanno 5 anni di differenza e vanno sempre d’accordo, ma sono una l’opposto dell’altra.
Sofia, da ragazza, amava uscire la sera, andare in discoteca, vestire alla moda, è bionda, con i capelli leggermente ondulati e grandi occhi blu, aveva semplicemente studiato presso un istituto professionale alberghiero e finita la scuola era andata subito a lavorare, con un vecchio compagno di scuola al ristorante di Giovanni.
Cassandra è mora, ha lunghissimi capelli lisci e setosi che teneva stretti in un'unica treccia, dal giorno della scomparsa dei genitori e non li scioglieva se non per andare a dormire o fare la doccia, i suoi occhi sono verde scuro, verde bottiglia, grandi pure lei, ma che sembrano piccoli dietro gli occhiali squadrati che porta durante le lezioni per equilibrare una leggera miopia.
Cassandra ha studiato al liceo scientifico, e sta studiando elettronica robotica, come i suoi genitori, dato che, sin da bambina, papà Giulio la portava con sé nel laboratorio e le aveva insegnato a riparare, eventualmente Syrel.

Da quando Sofia si era sposata, nella grande villa vivevano solo lei e Syrel…e una vecchia gatta dal pelo grigio, che ancora di tanto in tanto sforna gattini a tradimento, ma nel grande giardino della villa c’è spazio per tutti.
I genitori scomparsi, avevano lasciato un’immensa fortuna alle due sorelle, ma entrambe avevano deciso di lavorare, per sostenere i loro bisogni utilizzando l’eredità dei genitori solo per mantenere la grande casa in ordine ed accogliente, caso mai i genitori fossero un giorno, tornati.
Ma ormai Sofia aveva una famiglia e una casa tutta sua, e quindi era raramente su alla villa, e negli ultimi anni Cassandra aveva sviluppato una particolare interesse per le realtà virtuali…soprattutto per quei giochi di ruolo, che la trasportavano nei mondi virtuali tramite speciali tute e visori.

Inventati nel 2031, questo genere di giochi attraevano persone di tutte le età, ma in queste realtà virtuali la timida, e geniale Cassandra sfoderava tutto il suo carattere.
La sua dimensione di gioco preferita era d’ambientazione medioevale - fantastica…e il gioco in esame era Wizard’s Dragons.
In area virtuale Cassandra, meglio nota come Lady Ish-tar, era una paladina noto a livello mondiale ma nessuno fin ora aveva scoperto la sua vera identità.
-Syrel, sono a casa…- chiama Cassandra entrando in casa, nel caldo corridoio d’ingresso, mentre appende la giacca a vento al armadio dei cappotti di betulla, e ripone le scarpe da ginnastica e le ballerine nere del lavoro nella scarpiera.

La casa è costituita da due piani, al primo ci sono le camere dei genitori, delle ragazze (Syrel compresa) e degli ospiti, con i relativi bagni, al secondo piano c’è la grande cucina, regno di Syrel e un tempo della mamma, la sala da pranzo, il salone con un pianoforte a coda laccato di nero, dove la signora Assunta, aveva insegnato alle bambine a suonare, ma nel frattempo nella sala sono stati aggiunti un impianto stereo e un divano di  pelle color panna davanti a un grande schermo televisivo anche per la visione 3D, dove Cassandra lancia lo zaino di scuola, prima di andare a farsi una doccia fresca, nel grande bagno di quel piano dove Syrel, anticipandola ha riposto i suoi abiti da casa, in inverno, solitamente è una tuta nera felpata, ma ormai sono i primi di giugno, e il caldo si sente pure in montagna la sera, quando non c’è vento. Quindi la ragazza-robot le ha messo ripiegato un vestitino leggero di cotonina lilla, abbastanza scollato sul grazioso decoltè, con un po’ di pizzo candido a bordare le mezze maniche scampanate e la scollatura.

Finita la doccia, puntuale “come un orologio svizzero”, si commenta mentalmente Cassandra con tristezza, entra nel bagno, quando lei è vestita, Syrel ad aiutarla a pettinare i lunghi capelli, ed intrecciarli.
-Per fortuna che oggi è sabato, vero Cassandra?- dice la ragazza rossa, mentre la pettina
-Già…finalmente un po’ di riposo…La settimana è stata abbastanza stressante… con tutti questi esami…-
-Ma sicuramente li passerai tutti…ne sono certa…-.
Cassandra sorride alla bambola meccanica, nello specchio, ormai Syrel è in tutto e per tutto uguale ad umano, ha gusti suoi, è in grado di percepire i sapori, i suoni, il tatto è sensibile come quello umano, e soprattutto ha pensieri suoi… è l’ A.I. (Artificial Intelligence) migliore del mondo.

-Sai? Lo so che per te è una specie di voto, ma staresti benissimo con i capelli sciolti, magari accorciati solo un pochino, giusto scalati-
-Lo so…Ma ormai sono troppo abituata a questo mio aspetto…ho paura di cambiare troppo-
Syrel ride argentina:
-Paura di cambiare da come ti ricordano i padroni? Sei diventata una bellissima giovane donna, pur mantenendo lo stesso taglio di capelli di quando sono partiti, farebbero comunque fatica a riconoscerti…ma sono sicura, che in qualunque forma tu ti ripresenterai a loro, ti riconosceranno sempre…è questo il potere dell’amore-
-Credi che siano ancora vivi?-
-Io credo di si, i padroni erano troppo intelligenti per lasciare le penne così facilmente-
-Syrel, perché non li chiami mai Mamma e Papà come noi? Come io e Sofia, intendo, dopo tutto sono i tuoi genitori in quanto creatori…-
-E’ vero…ma neppure dopo 25 anni c’ho fatto ancora l’abitudine-
-Sai… forse hai ragione…sarà meglio tagliarli… iniziano a diventare troppo pesanti…un po’ mi sarò pure abituata…ma già mezzo mondo mi da 2-3 anni in meno, poi con sta treccia da scolaretta tutti mi prendono ancora per più giovane…e non basta un sorriso per convincere una signora che un gioiello le sta benissimo con un sorriso…ti potresti aggiornare su i nuovi tagli alla moda? Spesso hai tagliato i capelli a Sofia…sarai bravissima pure con i miei, però se non ti dispiace vorrei che me li conservassi, così per ricordo…-
-Per quello nessun problema, lo sai…ecco, sei pronta…pure stasera scendi a giocare?-
-Si, abbiamo un raid-
-Allora. meglio che ti preparo abiti più comodi, magari-
-Non ti preoccupare, stasera metto la tuta completa, ho bisogno di ogni singolo movimento del mio corpo…-
-Ah…ok-
-Hai dato da mangiare a Odessa, la sento miagolare-
-Strano le ho dato bocconcini di pollo poco fa…Vado a vedere…ma tu vai a servirti, che ho appena scolato i noodles, e il brodo sarà caldo…-
Cassandra, per un sesto senso, va in camera ad indossare una vestaglia da camera di raso blu, per coprire l’abito particolarmente scollato, in genere la vecchia micia Odessa miagola quando ci sono visitatori e lei non sta aspettando nessuno, è sabato sera, quindi Sofia e Giovanni saranno impegnati al ristorante.

Cassandra è in cucina davanti a una ciotola di ramen con le bacchette in mano, quando Syrel torna seria:
-Cassandra…ci sono due signori che desiderano vederti…-
-Falli accomodare nel salone, e apri le tende, così godiamo ancora un po’ di luce, prima della notte-
Syrel annuisce ed esce senza parlare.

Cassandra beve un sorso di brodo aromatizzato allo zenzero, caldo, per darsi contegno…non ama le visite improvvise e soprattutto, non c’è Sofia a proteggerla da uno scontro diretto.
-I signori desiderano?- chiede la ragazza bruna entrando nel salone, dopo aver infilato in fretta e furia delle ballerine bianche nell’atrio.

Davanti a lei ci sono due uomini in giacca e cravatta, in completi scuri, con sotto camicie bianche.
Il primo è un vecchio dai capelli brizzolati sulla sessantina, l’altro è un giovane uomo moro, con i capelli arruffati a regola d’arte con il gel, con gli occhi nascosti dietro un paio d’occhiali da sole, anche se ormai il sole non c’è più.
L’uomo più anziano chiede, mostrandole una mostrina di riconoscimento:
-Cassandra Bruni?-
-Si, sono io.-
-Le dispiacerebbe far allontanare la domestica?- chiede il giovane
-Syrel è stata la mia tutrice prima di mia sorella e io come i miei genitori ripongo in lei la massima fiducia, Syrel, ti prego, chiudi le ante della veranda e accendi la luce, inizia a far buio, e magari fai un giro a chiudere le ante della casa, domani mattina vorrei dormire un po’ più a lungo-
-Si, signorina- e così dicendo si allontana dalla stanza, mentre la luce s’accende e una tapparella cala sulla portafinestra della veranda.
-Dicevate?- domanda Cassandra incalzante, senza prestare attenzione all’uomo più giovane che si sta togliendo gli occhiali da sole.
-Signorina, lei è Cassandra Bruni?- si ripete il primo
-Si, sono io, se non mi hanno scambiato dalla culla alla nascita dovrei essere io, soprattutto perché sono nata in casa.-
-Bene…Da quanto tempo sono scomparsi i suoi genitori?-
-10 anni a luglio di quest’anno, sono scomparsi il 12 Luglio 2058-
-Cosa le hanno detto della loro scomparsa?-
-Che non erano morti, e che forse…ma questo lo diceva mia sorella Sofia, che forse erano stati rapiti-
-Quanti anni aveva ai tempi?-
-15, compiuti da poco-
-E sua sorella?-
-20-
-Avevate già la domestica ai tempi?- chiede quello più giovane, ma Cassandra non lo degna di uno sguardo
-Si, Syrel è un prototipo di robot umanoide creato da mio padre più o meno nello stesso periodo della mia nascita, per intenderci, io e Syrel ci definiamo coetanee, 25 anni ciascuna, attualmente-
-Conosceva il lavoro dei suoi genitori?-
-Ingegneri di elettronica robotica, mio padre ha inventato i robot-domestici, ho personalmente seguito alcuni dei suoi studi e ricerche-
-Quest’anno si laurea nella stessa disciplina, se non erro-
-E’ nel DNA, a quanto pare, creare robot-
-E lei ne ha mai costruito uno, di robot intendo?-
-No, per ora, mi sono sempre limitata ad apportare modifiche a Syrel, dopo tutto avevo bisogno di una compagnia, non di una domestica priva di sentimenti-
-La domestica è in grado di provare sentimenti?- chiede sorpreso l’uomo più giovane
-Si chiama Syrel, e comunque si, non avrà una carne fatta cellule come quella umana, ma percepisce i sentimenti, ha pure un serbatoio di particolari lacrime, per evenienza, pensi alla nascita di mio nipote Daniele è scoppiata in lacrime di gioia data l’atmosfera felice-
-Sua sorella Sofia non è interessata ai robot?-
-Non particolarmente, certo, ha acquistato un robot-domestica per avere una babysitter durante le ore di lavoro, che mi ha pregato di modificarla rendendola più umana, come Syrel. Ma il suo interesse non va oltre. Ha cercato di ricostruirsi una vita normale, dopo la loro scomparsa-
-Buono a sapersi- sbotta il giovane
-Ora che ho risposto alle vostre domande, potrei sapere, di grazia i vostri nomi?
-Vice direttore della sezione Italiana dei Servizi Segreti Roberto Galli e Sergente Arthur Rowald dei Servizi Segreti Internazionali…Vede, la presupposizione di sua sorella non era del tutto errata, ma c’è un’informazione a voi sconosciuta, ossia che i vostri, erano agenti dei Servizi Segreti,oltre che tecnici super specializzati della robotica. La loro innocua vacanza sulle alpi svizzere in realtà era una missione di controspionaggio, ma purtroppo sono caduti prigionieri ed ostaggi, di una banda di criminali organizzati, e solo negli ultimi giorni siamo riusciti ad avere un segnale di SOS proveniente dai loro segnalatori di presenza , in un atollo sperduto dell’Oceano Pacifico.
Purtroppo la missione non può partire senza un tecnico di robotica super specializzato come lo erano i vostri genitori, e dato che vostra sorella ha scelto ben altra via, voi siete la nostra unica risorsa reperibile nel giro di pochi mesi.-
-State scherzando, vero?- chiede la ragazza pallidissima
-Per nessuna ragione mi azzarderei, a farmi beffe di lei, signorina. Soprattutto quando si tratta dei vostri genitori, per una necessità di sicurezza, vi lascerò in custodia il Sergente Rowald, affinché mi venga recapitata al più presto la vostra decisione, oltre che per la vostra sicurezza.
I miei rispetti Signorina Bruni- e l’uomo più anziano s’alza dal divano, mentre Cassandra è ancora seduta sul seggiolino del pianoforte e Syrel dopo aver accompagnato l’uomo alla porta, ritorna chiedendo:
-Preparo la stanza per il Sergente?-
-Si, Syrel… e togliti il voi e il lei, tanto la pantomima è finita… poi, riscaldami il mio ramen, che fra poco ho un raid da fare.-



-CREPA FELLONE!- ulula Lady Ish-tar calando la pesante lama benedetta dalla dea Senaria, divinità benigna di Wizard’s Dragons, sulla testa di un mostro alato, alto quattro volte lei.
Sullo schermo appare la scritta appare la scritta END RAID e Cassandra si ritrova nella piazza centrale della piattaforma di gioco, attorniata dai compagni della sua gilda i “Warriors of Light”.

Ma tra gli applausi interni alla piattaforma virtuale degli altri giocatori, cassandra non sente un battimani esterno, dentro la stanza.

Il Sergente Rowald dopo aver riposto la valigia ,nella stanza degli ospiti preparatagli dia Syrel per la notte, s’aggira per la casa deserta. I corridoi sono tutti illuminati, un profumatore per ambienti profuma tutta la casa di una tenue essenza di lavanda.
Syrel è in cucina a lavare i piatti…è veramente incredibile la somiglianza della ragazza-robot a una donna umana, i coniugi Bruni sono una vera leggenda nella sua sezione in Inghilterra, dei geni dell’elettronica robotica.
Ma Cassandra…la ragazza scontrosa non si vede da nessuna parte:
-Cercate qualcosa Sergente?- chiede gentilmente la rossa Syrel
-Dov’è la padrona di casa? E’ già andata a letto?-
-Cassandra, aveva un raid stasera, negli ultimi anni ha preso a giocare sulla piattaforma virtuale Wizard’s Dragons, come faceva il padre prima della sua scomparsa. Il padrone lo definiva un ottimo allenamento, ma questo a Cassandra non l’ho mai detto, da tre anni, quando la signorina Laura s’è sposata, Cassandra ha iniziato a giocarvi, per solitudine, e stasera aveva un raid.-
-Dov’è lei adesso?-
-Nella sala giochi-
-E dove sarebbe?- Syrel si asciuga le mani in uno strofinaccio da cucina e ripiegatolo su una sedia dice: -Seguitemi-.
Vicino all’armadio dei cappotti c’è nascosta una porta della stessa tonalità pesca della pareti, Syrel accende la luce della scala a chiocciola di acciaio,che conduce al semi-interrato, alla fine della scala c’è un grande garage a 4 posti auto e due da moto, dove vi sono parcheggiati due motocicli di grossa cilindrata, a due posti, accennandole Syrel afferma:
-Al padrone piaceva andare con le figlie in alta montagna, io guidavo l’altra-.
Infondo al garage, opposta alla scala una seconda porta, quando l’uomo entra ne rimane meravigliato è una grandissima sala piena di ogni tipologia di giochi elettronici e virtuali dai più antichi del 2030 ai più nuovi, e Cassandra è lì su un tappetino di gommapiuma, con indosso la tuta per la trasmissione dei movimenti nel mondo virtuale, la tuta di neoprene le aderisce ad ogni forma del corpo, e le placche di movimento  trasferiscono i suoi movimenti reali all’avatar.
Incantato dalla figura sinuosa, Arthur nota sullo schermo di controllo esterno il personaggio interpretato dalla ragazza.
Lady Ish-tar! Una leggenda vivente del gioco negli ultimi 5 anni, dopo il Maestro Seron, scomparso dal gioco 10 anni prima.
Ma rapito per un istante dalla battaglia in corso, sullo schermo di controllo esterno, Arthur viene folgorato da un idea…Possibile che il famoso Maestro Seron, scomparso dalla circolazione in coincidenza con il rapimento dei coniugi Bruni, non fosse altri che Giulio Bruni? Dopo tutto gliene aveva parlato Syrel, del fatto che pure il padrone giocava su quella piattaforma virtuale.
Dopo tutto lui, Arthur, ai tempi era semplice cadetto al primo anno dell’accademia militare, e non conosceva ancora gli affari interni della S.S.I. (Secret Service International).

-Può giocare pure lei, se vuole, Sergente- gli dice Syrel risvegliandolo dai suoi pensieri, prendendo da un armadio una tuta in neoprene da uomo per le piattaforme virtuali.
-Questa era del padrone, dovrebbe andarle bene- la tuta profuma di menta e anice, ma per Arthur che non se ne intende è solo un profumo fresco e dolciastro, ma incurante Syrel spiega:
-La console dispone di due computer distinti, dato che le signorine spesso la usavano entrambe con differenti account, se ha bisogno di me, io sono su in cucina. Presumo che non ci sia nessun problema a lasciarvi solo con Cassandra, dopo tutto, il signor Galli, m’ha riferito che siete qui per proteggerla.- e così dicendo se ne va.

Arthur mentre si sveste ed indossa quella specie di muta, ci ripensa alla sua missione in quella casa, infatti era stato scelto pochi giorni prima dalla sede centrale per proteggere quella ragazza che ora menava colpi di spada mozzando teste e falciando vite di orchi goblin e creature demoniache.

Ultimamente la SIFA, la famosa associazione criminale che aveva sequestrato i coniugi Bruni, aveva iniziato a rapire, in giro per il mondo i più talentuosi tecnici di robotica, e la ragazza era una dei prossimi sulla lista.
Un punto a suo favore era che avevano quasi la stessa età, lui 27 anni, e lei 25, ma per colpa sua, aveva già mandato all’aria molte sue speranze di collaborazione con la giovane.
Era stato uno stupido a definire Syrel con un semplice robot domestico, doveva intuirlo che la ragazza ne era molto legata, visto che viveva con lei sotto lo stesso tetto da quando era nata, ed ora s’era giocato la sua simpatia. Punto a sfavore.
Ma magari accedendo alla piattaforma di gioco con il suo avatar: Sir Edward, avrebbe potuto riconquistare la fiducia di Cassandra e la sua amicizia.

La tuta del padre della ragazza gli calzava a pennello, pure sulle spalle larghe e il tronco muscoloso, dovuto ad anni d’allenamento che faceva tanto furore con le ragazze inglesi.

-Lady Ish-tar, attendetemi!- chiama sir Edward raggiungendo la paladina nel mezzo della piazza virtuale, con lei attorniata dai suoi gildani dei “Warriors of light” eccola là in mezzo ad altri elfi la divina vergine, a volte in alcuni forum capitava che la paragonassero alla dea greca Diana, che non si lasciava incantare dagli atti seducenti di altri giocatori, ma che è incredibilmente forte in battaglia sia con l’arco che con la spada divina dei paladini.
Ma in effetti, conoscendola dal vivo,  il personaggio assomiglia molto alla ragazza reale, a parte che l’avatar tiene i capelli viola stretti in una coda di cavallo ad amazzone.
Chissà come sono quei capelli stretti nella treccia lunga fin sotto la vita, bruno scuro, quasi nero, sembrano lucenti come seta, chissà se Lady Ish-tar è così pure nella vita reale, intoccabile.
Cassandra si volta con il suo avatar rivolta verso chi la chiama, l’uomo parla un inglese perfetto, privo d’accenti, ma quel timbro vocale lo ha già sentito da qualche parte, qualcosa legato ai profumi che s’alternano nella sala giochi, ha sentito per un po’ quello di Syrel, poi quello del padre ed infine un profumo maschile.
-Desiderate, messere?- domanda gentilmente al nuovo arrivato, Arthur dall’inventario prende un mazzo di rose rosse e l’avatar le porge alla paladina dicendo:
-Sono per voi, Lady Ish-tar-, Cassandra con gli occhi coperti dal visore arrossisce, ma ribatte
-Penso vi sbagliate, messere, questi sono fiori per una bella dama-
-E voi non siete, forse, una bella dama, Milady?- Cassandra si sente le guance andare in fiamme
-Non mi ritengo tale, ne degna di questi stupendi fiori-
-Sono stupendi come voi- Cassandra non risponde, mentre i gildani sghignazzano sulla situazione
-Ho altro da fare, che accettare fiori da sconosciuti- dice e si volta facendo volare il mantello purpureo dietro di sé-
-Suvvia, vi prego accettatele!-dice lui rincorrendola, dietro l’angolo, e la ragazza senza problemi lo inchioda al muro di una casa, tenendolo sollevato per la gola
-Non ho bisogno dei vostri fiori- Arthur sente, sul collo la presa della ragazza, ma che in realtà agisce su tutt’altra area della stanza
-Ok, ok- dice l’uomo e la ragazza lo lascia cadere a terra, ma al contempo gli invia la richiesta d’amicizia, Arthur accetta e in un messaggio privato Cassandra scrive:
“Stimo l’uomo che ha il coraggio di affrontarmi”
“Nessuno è degno di voi, Kassàndras, ma vi prego, accettate le mie scuse con questi fiori”
“Scuse per quale motivo?”
“Per avervi recato oltraggio nella piazza”
“E prima? Perché i fiori”
“Perché prima vi ho ferito”
“In che maniera?”
“Con le parole” e così scrivendo Arthur abbandona le rose per terra, e l’avatar va off-line, sparendo dalla vista, e il giovane agente confuso si spoglia in fretta e furia, e s’allontana, nel frattempo Lady Ish-tar raccoglie le rose, e Cassandra si leva il visore, e lo vede scappare via, strappandole un sorriso.

-Divertito?- chiede Syrel vedendolo di ritorno dal semi-interrato
-Non ho giocato molto, non volevo invadere la sua privacy, anche perché temo di aver perso già ogni possibilità d’amicizia stasera quando ci siamo presentati, visto che Vi ho definita un semplice robot privo di sentimenti, e me ne dispiaccio dei miei pregiudizi, voi siete una vera persona.-
-Vi ringrazio, ma non preoccupatevi, Cassandra, non ha mai provato odio a nessuno, possibile più che altro che avesse la luna storta, visto che le avete interrotto la cena con il suo piatto preferito, per di più. Ma vi consiglio ora di andare a dormire, è passata da poco la mezzanotte e il viaggio vi avrà pure stancato, domani mattina Cassandra sarà sicuramente di umore migliore-
-Grazie del consiglio. Buona notte Syrel e perdonate ancora la mia insensibilità di stasera-
-Non preoccupatevi. Buona notte- e l’uomo sale al piano delle camere.
Sale pure Cassandra dalla sala giochi, e rivolta a Syrel chiede:
-E’ già andato?-
-Chi?-
-Il nostro ospite, è già andato a dormire?-
-Direi proprio di si-
-Ah…va bene…- sembra delusa, allora syrel domanda:
-Allora come è andato il Raid?-
-Divino, abbiamo incassato un sacco di tesori e di credits-
-Bene, su vai a dormire, che è tardi-
-Si…hai ragione…Buona notte sister- e ricevendo il bacio della padroncina sulla guancia, Syrel, sente che Cassandra ha le mani tremanti, ma sorride semplicemente, e la segue in camera per aiutarla a sciogliere la lunga treccia.


-Buongiorno- saluta Arthur entrando nella cucina, venendo investito dal profumo di tè nero al bergamotto, di cioccolata, di toast e il profumo di erba coperta di rugiada, oggi lui ha optato per un paio di jeans e una maglietta a mezze maniche, a parte gli occhiali da sole, sembra un ragazzo normale.
-Buongiorno, Sergente Rowald- risponde Syrel dal giardino del retro, tramite la portafinestra della grande cucina.,Arthur curioso segue il suono della sua voce e ritrova la ragazza-robot china a versare bocconcini di pollo ad un esercito di gatte e gattini, ma Odessa, anziana gatta grigia di 15 anni, osserva la scena silenziosa dall’alto di una delle quattro sedie di bambù intrecciato con cuscini imbottiti, sotto un grazioso gazebo fisso di ferro battuto, intorno ad una tavolo di vetro e acciaio apparecchiato con tovaglia di cotone grezzo ricamato a motivi floreali.

Sul tavolo sono disposte ordinatamente una teiera per il tè e una brocca contente cioccolata calda, entrambe di fine porcellana candida, come le tazze per la colazione.
-Si accomodi- lo prega Syrel, rientrata a lavarsi le mani e a sfornare muffin e toast, mentre ritorna in giardino con un vassoio di vetro ed acciaio coperto con un tovagliolo di cotone rifinito all’uncinetto, sia sotto che sopra le vivande.
-Cassandra scenderà, tra poco- spiega la giovane donna meccanica, mentre il Sergente si va a sedere il più lontano possibile dalla gatta grigia, che l’aveva spaventato la sera prima accogliendo, lui e Mister Galli, a potenti e terrorizzanti miagolii, appena lui e il Vice-direttore avevano messo piede nel giardino frontale della villa solitaria tra le montagne.
-Non si preoccupi per Odessa, Sergente- dice Syrel quasi leggendogli nei pensieri –miagola sempre quando ci sono estranei nei suoi territori della villa, possiamo pure dire che è l’equivalente di un’antifurto animale.-
-Ingenioso- mormora Arthur pensieroso
-Desidera latte, cioccolata, tè? O preferisce che le faccio un caffé?- domanda Syrel servizievole
-Cioccolata, grazie- risponde lui attratto dal profumo di cacao e vaniglia, ma mentre la ragazza lo serve, sente dietro loro un ronzio meccanico che lo fa sobbalzare, ha lasciato la pistola d’ordinanza in camera, e si volta di scatto.
-Non si preoccupi, Sergente, si sta solo scoprendo la piscina- lo rassicura l’A.I., infatti un rettangolo del prato sta avvolgendo una copertura di maglie di metallo e erba finta scoprendo una piscina piastrellata.
-Quando inizia a fare caldo, di solito dai primi di giugno, Cassandra vuole nuotare nella piscina interrata, quando è a casa dal lavoro e dall’università…ed in genere la domenica, la signorina Sofia ha l’abitudine di raggiungerci nel pomeriggio con Daniele, il primogenito, per fare sguazzare un po’ il bambino, vedrà…sarà una vera festa, Cassandra adora il nipotino-
-Sarò lieto di partecipare a questa piccola festa…La signorina Sofia s’è sposata tre anni fa, vero?-
-Si, con Giovanni Cosimo. Un bravo ragazzo di origini del sud d’Italia, i nonni erano siciliani se non erro. Amante della buona cucina, ha intrapreso la carriera di cuoco subito dopo la scuola, ed ora ha un rinomato ristorante giù in città. Fedina penale immacolata comunque, i nonni erano agenti dell’Anti-Mafia, la madre chirurgo, il padre dentista, e invece lui chef, casualità della vita…dopo tutto solo Cassandra ha seguito i passi dei padroni con la robotica, mentre Sofia ha fatto il College Alimentare ed è andata a lavorare nel ristorante di Giovanni. Hanno ben otto anni di differenza…ma quando c’è amore…non ci si può fare nulla-
-Come mai, avete tutte queste informazioni, Syrel?-
-Cassandra era diventata piuttosto gelosa della sorella, dopo la scomparsa dei genitori, cosa piuttosto comprensibile, ovviamente. Ma comunque quando Sofiaa c’ha presentato Giovanni, Cassandra mi ha chiesto di svolgere una piccola investigazione su quel uomo che veniva ad “invadere la nostra tranquillità di tre sorelle”, è per questo che ho tutte le informazioni che vi ho riferito.-
-Mica stupida la ragazza- mormora il giovane bevendo un sorso di cioccolata bollente e poi rivolto a Syrel chiede:
-Syrel? Posso chiedervi un favore?-
-Dite-
-Vi prego, datemi del tu e chiamatemi semplicemente Arthur, avrei da mantenere una certa copertura, per la vostra sicurezza: tua e di Cassandra-
-Non c’è problema- dice Syrel controllando l’orologio digitale al polso che indica le 9 e 47, Arthur nota inoltre che la ragazza-robot, non indossa una divisa come molte domestiche robot ma veste un paio di blue jeans e una maglietta a mezze maniche fucsia con disegnato un fiore di glitter stilizzato, e sopra un grembiule di cotone bianco bordato con una fettuccia a scacchi verdi e bianchi; inoltre la sua pelle non è semplice gomma rosea, ma è una perfetta riproduzione della pelle umana, con tanto di pori e segni delle nocche e dei palmi delle mani, Cassandra l’aveva definita la sera prima un “prototipo di robot umanoide” creato dal padre e poi modificato dalla ragazza stessa, le caratteristiche fisiche e le forme di Syrel ricordavano molto quelle dei robot ad uso sessuale, ma era incredibilmente più umana, oltre che con pensieri più complessi e propri.
-Sei da molto in Italia, Arthur? Hai un italiano davvero eccellente- dice la “ragazza” rossa facendolo tornare a terra, strappandolo dai suoi pensieri.
-Ehm…non proprio, Syrel. I genitori di mia madre erano italiani, quando mia madre s’è separata da mio padre, è tornata in Italia nella fattoria dove è cresciuta in Toscana, e mi ha portato con sé, hai tempi avevo 5 anni. Poi intorno ai 12 anni sono tornato in Inghilterra andando a vivere a Londra con mio padre fino a che non ho iniziato l’Accademia Militare.-
-Ambè…allora ti puoi pure definire un mezzo italiano- dice Syrel sorridendo, quelle morbide labbra, rosse sulla pelle chiara tipica dei rossi di capelli, si schiudono mostrando una chiostra di denti candidi, troppo consistenti per essere semplice plastica.
-Syrel, quali sono gli interessi di Cassandra, oltre a Wizard’s Dragons, il nuoto e ovviamente la robotica?-
-Oh, bè…la padrona le aveva insegnato a suonare il pianoforte, quindi qualche volta si diletta sul grande pianoforte in sala, poi…bè…ci sono le arti marziali, specialmente karaté, judo e kung fu…il padrone l’allenava personalmente, fino a poco prima della sua scomparsa e dopo Cassandra ha proseguito con l’ausilio delle piattaforme virtuali…e poi…poi sicuramente ha un’immensa passione ed attrazione per le pietre dure e semi preziose, ed è gelosissima della sua collezione, che ha in camera, il padrone le ha installato in camera un grande armadio di legno, acciaio e vetro, dove un piccolo computer separato dal resto della casa sistema e cataloga tutte le pietre in varie sezioni.
Ed è anche per questo che adora il suo lavoro al negozio di gioielli e bijou in centro, c’è tutto quello che potrebbe desiderare…e soprattutto la vista di madreperle, opali e colori iridescenti o cangianti la mettono di buon umore.-
-Curioso-
-La sua attitudine alle pietre e alle sostanze chimiche che le compongono, l’ha portata anche alla produzione dei miei denti. Prima avevo quelli comuni di plastica che mi aveva messo il padrone, ma si vedeva che erano finti, adesso, devo lavarli ogni sera, con una speciale pasta dentifricia che li protegge da acidi e sostanze con cui posso venire a contatto mentre cucino, ma così sembro più reale- poi si sente un ciabattare sulle mattonelle della cucina e poi Cassandra chiama:
-Syrel!-
-Dimmi?- chiede ad alta voce l’amica seduta sotto il gazebo con Arthur
-Vieni, che t’installo quei due programmi che ti ho finito di preparare ieri, qui nel computer della cucina e ti spiego come funzionano-
-Va bene, vengo- risponde Syrel e sottovoce ad Arthur:
-Te l’avevo detto ieri sera che stamattina sarebbe stata di buon umore- ed entra in cucina.

Cassandra è china sull’ingesso-programmi del computer incorporato della cucina, e sta inserendo due microchip, che il computer archivia e attiva uno alla volta, i suoi capelli sono sciolti e Syrel dalla mega-tasca davanti del grembiule estrae una spazzola, un pettine e un elastico per i capelli ed inizia a spazzolarle i lunghi capelli setosi che le ricadono oltre il sedere, prima di raccoglierli nella solita treccia.
Cassandra veste un accappatoio di spugna celeste, con sotto un costume da bagno intero scollato sulla schiena color turchese con motivi tribali in blu scuro, ed ai piedi ciabattine infradito di plastica bianca e blu, già pronta per nuotare.
Mentre Syrel le intreccia i capelli, la ragazza mostra all’A.I., sullo schermo touch-screen del computer della cucina, i due nuovi programmi, il primo un ennesimo aggiornamento del ricettario globale e il secondo un manuale d’istruzioni per la panificazione casalinga.
-Così potremo fare il pane in casa come faceva Nonna Ariel, senza dover dipendere dal fornaio del paese qui sotto, e dai rincari del prezzo del pane- spiega la giovane con i grandi occhi verdi brillanti di curiosità e divertimento, dietro gli occhialetti squadrati, nel vedere attivarsi un altro programma intermente creato e prodotto tutto da lei-e ho pure usato gli appunti della nonna Ariel e di mamma, oltre ad approfondimenti tecnici che ho “rubato” ad alcuni corsi di panificazione-
-Brava, brava- le dice Syrel annodandole il termine della treccia –ma ora su, che ho sfornato muffin e toast da un pezzo e ormai si saranno raffreddati-.

Le due giovani donne escono nel giardino sul retro della grande villa e Cassandra si siede nella sedia che Odessa, la gatta grigia le lascia subito, tiepida del suo calore un po’ peloso di “micia matrona”mentre con deboli miagolii rimette in riga gatte e gattini portandone una metà con sé, nel giardino anteriore. Cassandra arrossisce incontrando lo sguardo del suo ospite e si concentra a fissare la tazza di tè tiepido che Syrel le ha appena versato nella tazza aggiungendovi alcune gocce di succo di limone, e 4 cucchiaini di zucchero.
Lo sciabordio dell’acqua tiepida della piscina accompagna mollemente il fruscio del grande noce, dietro la casa e il timido cinguettio degli uccelli, che stanno ben attenti a non finire tra gli artigli dei gatti di casa, cullano i presenti in un religioso silenzio umano.
La piscina è un rettangolo di 15 metri per 30, con una profondità che varia dai 2 metri di uno dei lati corti all’altezza di mezzo metro per l’altro, proseguendo scalari da un lato all’altro.
I vapori dell’acqua tiepida leggermente clorata, condensano sui lievi steli d’erba sui bordi piastrellati della piscina.
Dopo aver servito ad entrambi la colazione, Syrel va ad imbucarsi nel piccolo capanno degli attrezzi in chiaro legno di betulla per estrarre poco dopo la scaletta d’acciaio, che va ad incastrarsi in due sostegni incementati nel terreno sul lato più profondo della piscina.
Sul fondo della vasca, a parte i bottoni argentati degli erogatori d’acqua c’è disegnato il mosaico di una sirenetta su un fondo di piastrelle azzurre.
La sirena ha la coda a scaglie verdi metallizzate, le labbra sottili serrate, capelli blu, occhi chiusi e al collo una collana terminante con una stella marina dorata, il petto è coperto da due grandi conchiglie bianche rigate di viola che si congiungono a metà tra i seni della sirena, i cui capelli sono ondeggianti nello sfondo azzurro chiaro, ma la sirena non copre tutto il fondo, per circa un metro, dove l’acqua è più bassa c’è una greca fatta di mattonelle madreperlacee ed azzurre, che completano il disegno.
Arthur nella tensione silenziosa nota un secondo capanno degli attrezzi rivestito di legno di betulla con la curiosa forma di casetta, il triplo circa del primo che si nasconde tra il tronco del noce ed un trio di abeti, dal cui camino esce un impercettibile filo di vapore.
-Cosa c’è in quel secondo capanno degli attrezzi?-
-Oh…quello non è un capanno degli attrezzi, Arthur- risponde Syrel ridacchiando –E’ la casetta con la sauna e l’idromassaggio; la signorina Sofia spesso la usava per le sue feste con le compagne di scuola, dato che la casetta è fornita pure di un piccolo bar con bibite ed alcolici-
-Che quasi sempre svuotavano ogni volta- aggiunge Cassandra imbronciata –e poi papà s’arrabbiava e diventava intrattabile tutto il giorno-
-Si, ma questo accadeva ancora 2 anni prima della loro sparizione- aggiunge Syrel
-Viene ancora utilizzato?-
-Solo per manutenzione, vogliamo che tutto sia come un tempo quando loro torneranno- risponde Cassandra. Silenzio, di nuovo.

-Divertita, ieri sera Cassandra?- chiede Arthur riattaccando discorso
-E’ vero, mi hai detto che è stato un raid magnifico…l’hai definito addirittura divino- aggiunge Syrel dandogli man forte, Cassandra sta in silenzio, con il capo chino, poi  appoggia il gomito sinistro sul tavolo e mentre rimesta le ultime gocce di tè nella tazza, con la guancia sinistra appoggiata sulla punta di indice e medio sinistro chiede rivolta verso ad Arthur:
-Come mai quelle rose?-
-Quali rose?- chiede sorpresa Syrel alla domanda, mentre Arthur si sente un pizzico arrossire
-Gli hai dato la tuta di papà ieri sera- continua Cassandra pacifica –ed ha giocato per circa 10 minuti venendomi a cercare su Wizard’s dragons, per poi offrirmi un mazzo di rose rosse virtuali…anche se in pratica non ho ne vista ne udito mentre gioco, ho sentito il tuo profumo, quello speciale della tuta di papà e il suo, di profumo, Sergente, presumo “Playboy Oxford n°12”; lui non poteva saperlo, ma tu Syrel…diamine.. mi conosci da quando sono nata, dovresti saperlo che me ne accorgo se ci sono estranei nella sala- Arthur non capisce bene di cosa sta parlando la ragazza, ma rimane a bocca aperta, perché la ragazza ha azzeccato perfettamente marca e tipo del suo profumo.
-Cavoli è vero!- esclama Syrel battendosi la fronte con il palmo destro –Hai ragione, tu e i tuoi super sensi…Perdonami...- dice Syrel appena dischiusi 3 lettini da spiaggia di nylon giallo
-E’ tutta colpa mia, Cassandra, ti chiedo scusa, non ti arrabbiare con Syrel, le ho chiesto io dov’eri…e per quelle rose…te l’ho detto ieri sera, volevo farmi perdonare, ieri sera quando ci siamo presentati, sono stato così insensibile, nei tuoi e vostri confronti-, Cassandra s’alza e scioglie il nodo che le tiene chiuso l’accappatoio prima di rispondere:
-Tranquilli, fa niente.- e accennando un sorriso ad entrambi –E’ stato un piacere risentire quel profumo dopo tanto tempo, m’ha fatto tornare i mente tanti bei ricordi d’infanzia…
Comunque ho deciso di accettare l’offerta della S.S.I.! Mister Rowland, accetto la missione e sono al vostro servizio, a patto di aver sufficiente tempo per poter conseguire la mia laurea e sistemare il lavoro.-
-Sei sicura di volerlo fare?- chiede apprensiva Syrel
-Mamma e papà erano dalla loro parte, e io voglio diventare come loro e magari superare i miei maestri, inoltre penso proprio che quello che hanno fatto, dai miei 7 anni, era un pre-allenamento per succedergli, inoltre…credo di aver individuato la chiave per il famoso Laboratorio DUE di cui ci parlava Sylvia, e senza Arthur non mi sarebbe mai venuta in mente- e così dicendo si spoglia dell’accappatoio e si distende su uno dei 3 lettini vicini alla piscina.

Arthur invitato da Syrel va in camera a mettersi in costume da bagno, nella valigia per fortuna ha un paio di pantaloncini da bagno attillati  blu scuro con una doppia linea bianca sui fianchi.
Quando torna, nel giardino trova Cassandra ancora distesa sul lettino, con Syrel, liberatasi dal grembiule dopo, aver sparecchiato il tavolo sotto il gazebo, che le spalma l’olio solare sulla schiena lievemente abbronzata. Sono circa 30 anni che il buco nell’ozono è stato chiuso, ma comunque è rimasta un’abitudine salutare proteggere la pelle dai raggi del sole, mentre pure lui si accomoda su di uno dei lettini li sente confabulare:
-Ma la chiave?-
-M’ha dato l’intuizione Arthur ieri sera quando mi è stato presentato dal Signor Galli, noi pensavamo una card, ma è la loro tessera di riconoscimento della S.S.I., devono averla nascosta in camera loro, dopo tutto noi non ci abbiamo mai pensato, la cassaforte dopo tutto era in sala, quindi non abbiamo cercato alla loro camera da letto, l’abbiamo sigillata e ce ne siamo dimenticate.-
-E’ vero, è stato un ordine di Sofia perché tu non potessi più andarci dentro a piangerci, pochi giorni dopo la notizia della loro scomparsa-
-Appunto- commenta terrea Cassandra
-Di che cosa state parlando voi due?- chiede il giovane intromettendosi nel discorso
-I padroni…-
-Shhh! Syrel controllo microspie!- ordina Cassandra zittendola mentre lei s’avvicina al giovane agente e gli bisbiglia all’orecchio:
-Mamma e papà avevano 2 laboratori segreti sotto casa, uno a cui possiamo già accedere, e uno che è sigillato- e così dicendo si allontana per tornare al suo lettino.
-Nessuna microspia, Cassandra, nessuna nel raggio di 300 metri- risponde Syrel tornando dal interno della casa.
-Bene- dicono i due giovani in unisono, e Cassandra arrossisce di colpo, per la situazione.
-Fai molta palestra?-chiede Syrel osservando il tronco tornito di Arthur, portando con sé sul lettino un tablet con custodia verde acido.
-Il minimo indispensabile, normalmente m’impiegano in missioni meno rilassate di queste-
-Quanti anni hai?- chiede, questa volta Cassandra, girata verso di lui
-Ho 27 anni- risponde lui sfilandosi gli occhiali da sole per guardarla meglio, rivelando delle incredibili iridi azzurro-argento e prosegue – Sono stato arruolato dalla S.S.I. 8 anni fa, ma prima di entrare in azione ho dovuto fare 2 anni d’allenamento specializzato ed intensivo, prima ero solo un semplice cadetto militare, sono entrato all’Accademia Militare, proprio nell’anno in cui sparirono i tuoi genitori, prima avevo studiato per 3 anni come tecnico meccanico, infatti la maggior parte delle mie missioni mi hanno impiegato come meccanico della squadra, diciamo un ruolo molto inferiore rispetto a quello che avrai tu come tecnico elettronico, ma comunque negli ultimi 3 anni ho rivestito ruoli un attimo più eccitanti, alla James Bond per intenderci, infiltrato, informatore, spia, ma questa è la mia seconda volta per l’incarico di proteggere qualcuno, ma per fortuna questa volta si tratta pure di una bella ragazza- Cassandra arrossisce e si va a sedere sul bordo della piscina con le gambe in acqua, con la lunga treccia che le scende brillante di quel bruno scuro-nero, da ricordare ad Arthur una simpatica biscia d’acqua, che da bambino aveva allevato alla fattoria dei nonni in Toscana con girini e gamberetti di fiume, aveva gli occhietti lucenti, mentre quella ragazza…
Senza occhiali è ancora più carina, ha dei grandi occhi verde bottiglia con pagliuzze smeraldine, che proprio non si notano quando indossa gli occhiali.
-Chi era?- gli chiede Syrel
-Chi?-
-La tua prima volta nella missione di proteggere qualcuno-
-Ah…era un bambino di 7 anni, si chiamava Carlo, era figlio di un pentito della Mafia-
-E come è andata?-
-Tutto sommato bene, è durata poco quella missione, abbiamo catturato subito, l’intero clan che minacciava di rapire il bambino, ma niente di particolare, nessun pesce grosso…E’ incredibile, che con l’abolizione mondiali di armi ed energie nucleari o petrolio, le associazioni criminali come la Mafia non abbiano subito particolari cambiamenti, nemmeno dopo la legalizzazione della cannabis, anche se ormai pure loro puntano sui robot e spendono maggiore attenzione alle frodi alimentari.
Ma la SIFA, la SIFA è tutta un’altra cosa-
-Sono quelli che hanno rapito mamma e papà, vero?-
-Già, sono ossi duri quelli, tosti ed intestarditi a voler fare ancora la guerra, vogliono tornare ai vecchi metodi, perché fino a 50 anni fa si guadagnava di più con il petrolio e il nucleare, ma il guadagno lo avevano solo alcuni, tantissimi altri morivano di fame, se non fosse stato per Monna Selene, non saremmo mai arrivati a quello che siamo al giorno d’oggi. Con le case e i robot che funzionano a pannelli solari e senza effetto serra che scioglie i ghiacciai, se lei non si fosse mossa, città stupende come Venezia sarebbero sott’acqua-
-Chi è questa Monna Selene?- chiede curiosa Cassandra
-E’ la donna fondatrice della S.S.I., ed una dei firmatari, del patto Gaia, per l’Europa, poteva andare a governare il mondo, eppure, s’è chiusa a guidare la S.S.I. e deve avere pure scoperto la fonte della giovinezza perché ha più di 80 anni e sembra averne a mala pena 50-
-Come la mamma di Cassandra- commenta Syrel accostandosi alla padroncina con la tavoletta touch-screen impostata su un sito di moda.
-C-come?-chiede Arthur sorpreso
-La famiglia della famiglia della mamma ha una caratteristica nel DNA che ci fa sembrare parecchio più giovani di quanto noi siamo in realtà.
Nonna Ariel diceva che era una particolarità che la sua mamma alludeva ancora, alla sua nonna…a quanto pare segue la linea da madre in figlia-
spiega Cassandra, mentre Syrel le mostra una serie di fotografie di modelle con acconciature diverse e poi rivolta all’amica aggiunge:
-Meglio che aspettiamo Sofia, prima di deciderne uno, Syrel, lei ha più buon gusto di me?-
-Che dovete fare?- chiede Arthur sentendosi isolato da quelle chiacchiere tra donne, mentre Syrel depone la tavoletta spenta su di un lettino.
-Niente di particolare, Arthur. Solo che ieri sera poco prima che tu arrivassi, Cassandra ha finalmente deciso di tagliarsi i capelli, sono 10 anni che non li taglia, in pratica da quando sono scomparsi, solo che oltre a sembrare più giovane per quella questione di DNA, con la treccia sembra ancora di più una ragazzina!-
-Syrel!- esclama Cassandra uscendo con le gambe dall’acqua, arrossendo.
-Sei tu, quella che mi ha dato la libertà di pensiero, ora non mi puoi zittire così a comando. Comunque, Arthur, a quanto ne so, è la prima volta che vedo Cassandra così rilassata con un ragazzo in casa, a parte con il cognato Giovanni…anche perché…Cassandra, non ha mai…- la frase s’interrompe perché Cassandra lancia con se Syrel nell’acqua della piscina zittendola.

Ma mentre sono in volo, le due amiche scoppiano a ridere, e il giovane agente scuote la testa con un sorriso e quando Syrel esce dall’acqua con gli abiti fradici, mentre recupera la tavoletta

touch-screen, la sente bisbigliargli l’ultima parte della frase: -Lei non ha mai avuto un ragazzo!-, dopo di che, rientra gocciolante in cucina per andare in camera sua a spogliarsi e mettersi pure lei in costume da bagno.

domenica 11 dicembre 2016

Racconto: Come in una favola (pt.4)

Si erano scambiati i numeri...ma a parte un ammonimento a "non condividerlo con le altre fan"...di fatto Leo ed Ariel si erano scritti poco, parlarsi al telefono nemmeno, nel frattempo si avvicinava il giovedì famoso dell'Immacolata concezione, in cui Leonardo sarebbe dovuto venire a Brescia.
Dal sogno di quella notte, Ariel non ne aveva più parlato del loro vedersi.
Impegnata (in segreto dai genitori e fratello) nei set fotografici più spinti, appuntamenti con amici nei club privè e simili distrazioni, solo un buon giorno ed buona notte di augurio rivolti al giovane "castoro"
Per il ponte dell'Immacolata i genitori di Ariel avevano programmato un lungo weekend fuori porta, lasciando a casa i figli da soli.
A quella notizia Paride si era già organizzato per un mega festino con gli amici, approfittando della casa libera, mentre Ariel sarebbe andata nel pomeriggio a Milano, restando a dormire da Zia Luisa con la nonna paterna Michela, oramai totalmente assente per via dell'Alzheimer, e Marina la badante della nonna.
Unico problema, due giorni prima del 8 Dicembre la badante peruviana della nonna era stata richiamata in patria l'anziana madre stava male e Marina aveva tutto il diritto di tornare a casa, in fondo...Zia Luisa pagava profumatamente la badante che le faceva pure da cameriera e governante nel suo grande attico e la badante aveva praticamente rimandato di continuo il ritorno in Sud America.

Insomma, c'era bisogno che qualcuno andasse a Milano prima del previsto, ad occuparsi della nonna specie nella mattina dell'Immacolata dove miss Luisa De Chimici aveva un importante brunch di lavoro, per la sua ultima collezione.
Insomma vedere Leo in piazza Vittoria per la Babbo Running era impossibile.
La mattina del 7 Dicembre....Ariel si trovava ad impacchettare le sue cose, sarebbe rimasta a Milano una settimana intera, ben lontana dai suoi progetti, ma con tutta probabilità avrebbe avuto pomeriggi e sere liberi anche per andare nei locali preferiti, quindi ci volevano vestiti adatti a tutte quelle occasioni, ossia un trolley almeno invece che la sua solita tracolla, prelevando poi dal mobile in fondo alle scale la chiave della propria camera perché nessuno degli ospiti della festa del fratello maggiore ne approfittasse per entrare senza permesso nel suo regno.
Facendo la checklist, però la fanciulla notò sul letto il cellulare che segnalava una nuova notifica su instagram.
La storia giornaliera di Leonardo continuava inesorabilmente, e lei...non gli aveva più parlato da quel giorno.

Forse era meglio...interrompere il silenzio
*Ehi, ti disturbo?* Scrisse dolcemente
*No, figurati, stavo solo...beh... Lo sai già visto che mi segui*
*Già...volevo dirti che domani...non ci sarò in piazza Vittoria per la Babbo Running, mi spiace*
*Come mai? Successo qualcosa?*
*Impegni di famiglia...e si... successo qualcosa, ma non a me...la badante di mia nonna...una lunga storia, ma nota positiva... sarò a Milano praticamente una settimana...* Ariel sta per digitare altro ma il cellulare impazzisce e invia il messaggio di WhatsApp senza che lei abbia finito di scrivere.
*Azz, mi spiace...Beh...allora ci potremmo vedere* arriva la risposta di Leonardo mentre lei invia il seguito.
*Però ci potremmo vedere...*
Il fatto che abbiano scritto insieme, la fa arrossire fissando lo schermo
*Volentieri...anche perché non ho ricordo che tu festeggi santa Lucia...magari...ti mostro qualcosa di nuovo ;)*
*Io dovrò tornare a Civitavecchia nel weekend ma volentieri*
*Tanto santa Lucia è martedì*
*Perfetto*
*Ora... È meglio che mi muova a fare la valigia... devo andare a prendere l'autobus e poi il treno per Milano...i miei oggi lavorano ancora tutti e non mi possono dare uno strappo in auto*
*Capisco....ma senti, tu non hai la patente?*
*Si ma non l'auto*
*Immagino che dovrò farti d'autista*
*O io a te...se ti ispira fare nuove esperienze ;)*
*In che senso?*
*Vedrai*

martedì 6 dicembre 2016

Racconto: come in una favola (pt.3)

Un piatto di lasagne tiepido tenuto sulle gambe, la Smart TV impostata su Netflix.
Gli attori chiacchierano sullo schermo e la cena è in attesa.
Ma più probabilmente è Ariel in attesa, scorre le app del suo smartphone impaziente.
Le avrà dato ascolto? Lo shock del tornare nel suo corpo gli avrà fatto dimenticare il suo nome?
Su Instangram silenzio di tomba, idem Facebook...
Indecisa Ariel alla fine apre Twitter e manda a Leo una frase enigmatica per chi non sa i fatti, ma piuttosto semplice:
*Spero che Bicho non ti abbia fatto troppo male.*

A circa un centinaio di kilometri di distanza, un oretta prima Leo si sveglia di soprassalto, come descritto da Ariel, Bicho gli è saltato sull'addome costringerlo a svegliarsi per respirare
"Bicho ma che cazzo fai?" domanda Leonardo allontando il gatto che mollemente balza giù dal letto miagolando.
Sto stronzo non miagola mai o quasi...
Leo si mette a sedere per respirare meglio, l'impatto non lo ha lasciato indenne e il gatto ormai non è così leggero come potrebbe sembrare.
Cerca di fare il conto di cosa stava facendo:
"Ho fatto uno strano sogno Bicho, una ragazza carina ti diceva di fare ciò che hai appena fatto, ma non è possibile" il gatto torna vicino al padrone e facendo le fusa, miagola in segno d'assenso, come per dire che è così.
Leonardo lo guarda confuso...raramente è così accondiscendente.
Il ragazzo leva la mano destra per passarsela sul viso.
"E che cazzo, sembra tutto così reale...e poi come si chiamava? Ariel Cimici? No...Ariel de Chimici...che cognome..."
Ma quasi per spronarlo, come un cane, Bicho va muoversi verso lo Smartphone del padrone invitandolo a cercare quel nome.
Sogno strano, gatto che si comporta stranamente, sarebbe meglio dormirci su e basta, fino a domani mattina, ma ormai... è sveglio.

Leo si rigira nel letto mezzo insonne, non sa quasi se sfogarsi con i propri follower.
Quella cosa ha del impossibile...forse farebbe meglio a contattare Federico, anche la ragazza di quello strano sogno, gli ha parlato di lui...
In effetti sul canale YouTube Clapis circa un anno fa, ha fatto una serie di video su sta astrazione del corpo, ma insomma, Federico in certe cose è particolare...e probabilmente se non lo provi prima, il viaggio astrale finisci per considerarlo una stronzata.

Ma quel nome gli rimbomba nella testa finché lo schermo del cellulare non si accede, qualcuno gli ha scritto su Twitter, chi sarà mai?
Svogliatamente Leonardo scorre lo schermo per disattivare il blocco tastiera e rimane stranito.
*Da @Ariel_the_muse:
Spero che Bicho non ti abbia fatto troppo male.*

Ma siamo seri? Esiste davvero?
Prima di rispondere il ragazzo si mette a cercare, instagram, Twitter, Facebook.
Ariel De Chimici, nata a Dragone Valle, provincia di Brescia, il 2 Settembre del 1990, laureata in lettere e filosofia con specializzazione in mitologia.
Diversi premi letterari, ma se googli il suo nome... Ariel the muse, la vista è...conturbante.
Scatti in bianco e nero, seppia, sensuali...e tutto meno che qualcosa che ti aspetteresti da qualcuno di quel percorso di studi, ma lo sguardo, quegli occhi verdi folti di ciglia da sembrare una cerbiatta.
Ritornano sia in quegli scatti di nudo artistico sia nelle foto di Facebook.
Alle tante, Leonardo curioso si decide a rispondere gettando l'esca.

*Male, no...sono abituato ad incassare colpi peggiori...ma...te lo hanno mai detto che sei più carina in foto che in sogno* guarda il gatto con sguardo guascone, ora se la cucina lui...
Al massimo avrà fatto l'ennesima figura di merda con una ragazza...

Ariel scesa in cucina a lavare i piatti è sulle scale con un cono gelato ripescato dal freezer quando sente il cellulare trillare ancora posato sul divano.
Ariel letteralmente si fionda sul divano.
Un poco di gelato alla panna le decora la punta del naso, ma la ragazza nemmeno ci fa caso sbloccando in fretta e furia la tastiera.
Leo gli ha risposto, le ha risposto!
Arrossisce appena, mentre recupera un fazzoletto di carta per ripulirsi il naso dal gelato e legge quel messaggio è rispondere di conseguenza.
*In realtà più spesso mi dicono che sembro molto più giovane della mia età reale* ribatte il telefono sotto gli occhi di Leonardo che già perde il sorriso incassando quel apparente sconfitta, se non fosse per il messaggio che ne segue:
*Ma in realtà...sono davvero pochi quelli che al risveglio ricordano il mio nome, o hanno coraggio di cercarlo ;)
Congratulazioni! XD*
Ok... esiste ed è vera, l'ha veramente sognata...ora ha davvero mille domande da farle, e un messaggio quasi esaudisce ciò che pensa.
*Se vuoi parlare più liberamente... Questo è il mio numero 327xxxxxxx*