mercoledì 30 novembre 2016

Racconto: come in una favola (pt. 2)

Occhi giallo-verdi spalancati nel buio...
Quante ore ho passato lassù?
Oppure è semplicemente dicembre? In effetti manca forse una settimana a Santa Lucia...ormai...non conto più i giorni che arrivano al 13 dicembre...se mi devo aspettare i regali dai miei genitori...devo aspettare il 25...

Ma che ore saranno?
E più che altro...dove sono atterrata?

Muoversi e rialzarsi in questa forma di fantasma è abbastanza metaforico in realtà, eppure in trance hai la sensazione di muovere il tuo corpo.

Una voce dal suono ringhiato, ma gradevole ad orecchio mi sibila contro.
"Cosa ci fai nella mia tana"
Ci metto qualche secondo a capire che è il gatto a parlarmi...
Come Zorba parla al poeta, ora su questo piano astrale è Bicho a parlarmi, come del resto faceva Socrate un tempo.

"Salute a te fratellino" rispondo cordiale abbassandomi a quattro zampe per avvicinare il mio viso a quello del gatto.
"Sei venuto a fare male al gatto grande?" domanda il felino confuso da quel modo di fare, mentre prendo una forma più felina...di una gatta tigrata andando a strofinare la testa fantasma contro il collo del gatto che sobbalza.
"Prima di tutto, perdonami...se sono caduta in casa tua...non so che sia successo...quanto al gatto grande...No, nessun male...tu sei Bicho vero?"
Il gatto tornando alla sua compostezza regale su siede a terra iniziando a farsi la toeletta.
"Il gatto grande mi chiama così"
"Capisco...io...sono Ariel...e sono una gatta grande...il più del tempo...almeno..."
Mi accoccolo a terra per concedere al mio ospite di rilassarsi.
"E perché sei così?"
"Perché stavo guardando il mondo...fuori di qui...dal alto"
"Come i pennuti?"
"Come i pennuti"asserisco cordiale
"E che ci fai qui?"
"Non lo so, sono caduta al improvviso, non sono stata io a deciderlo. Non sapevo nemmeno di essere se sopra la tua tana.
Mi sono addormentata che ascoltavo la voce del gatto grande...deve aver fatto lui da ponte" imito le fusa dolcemente...sia per amore per i gatti...che per fare rilassare il mio ospite.
Poi levo la testa e mi guardo attorno:
"Lui dov'è?"
"In bagno, sta facendo lo a doccia"
"Non volevo disturbare"
"Ormai sei qui, tanto vale che lo saluti, no?"
"Ma lui non può vedermi o sentirmi come fai tu....posso parlargli solo quando dorme...O guidarti nello scrivere un messaggio"
"Non puoi farlo tu?"
"Se potessi lo avrei già fatto..."
Il gatto ha parlato di doccia ma non sento acqua scorrere.
Grazie ai numerosi video di Leo, mi riesco pacificamente ad orientare nel appartamento, tanto da riconoscere da dove viene invece il suono di una porta che si apre.
"Oh, mamma" commento preoccupata... ricordandomi dove sono... ed una leggera punta di imbarazzo mi fa scattare verso l'alto, ma sbatto contro il soffitto e ricado a terra.
Leo è avvolto negli asciugamani, insomma nulla di scabroso da vedere.
Ma insomma, senza invito non mi piace farmi gli affari degli altri...O vederli dopo la doccia...

"Bicho che succede?" la sua voce gentile mi prende alla sprovvista, il gatto sta cercando in tutti i modi di mostrargli la mia presenza, ma ovviamente...
"Perché non ti vede?" Miagola confuso il gatto.
"Solo tu mi puoi vedere.... perché sei un gatto...lui mi potrebbe vedere solo in una particolare situazione"
"Ossia?"
"Dormendo...ma non estraggo persone di loro corpi fisici, da parecchio tempo"
"E se tu lo facessi, lui potrebbe parlare con me?"
"Non proprio...solo un arcano può farlo...un tempo ci chiamavano streghe, ma Arcani fa molto meno paura"
Leo cerca di capire l'agitazione del gatto per forse qualche minuto, prima di muoversi verso la camera.
"Non fare disastri, che io ora vado a dormire, notte Bicho" io tiro un respiro di sollievo, ma il gatto non si perde d'animo, e mi ribecca.

"Su, è la tua occasione per parlargli senza di me"
Levo gli occhi al cielo riprendendo l'aspetto di un fantasma umanizzato, con la maglietta XXXXXL
"Non lo faccio da una vita" mugolo svogliata
"Se tu lo fai, lui non mi chiamerà più stupido se fisso ciò che lui non vede"
"Un punto a tuo favore"
"Allora cosa devo fare?"
"Devi farlo addormentare in fretta, tipo andandogli a dormire sulla pancia o vicino, il tuo fare le fusa lo rilassa abbastanza da avvicinarlo allo stato di trance"
"Parli strano, ma credo di aver capito...seguimi"
In punta di piedi lo seguo aggirando i mobili, fino alla soglia della camera, Leonardo mica mi può sentire, ma... è comunque strano aggirarsi in case altrui...
Guardo il pc da gamer, pensavo di usare quello per lasciargli un messaggio, ma è spento...
L'unica sarà sperare che si ricordi di me una volta svegliato.
Lo osservò fare una piccola registrazione nel letto con Bicho, probabilmente la vedrò da casa su Instangram, sorrido, non riesco a non farlo, guardandolo in silenzio.
È dolce sul serio.

Ascolto i respiri, che si rallentano pian piano, mentre il ronfare di Bicho si ode altrettanto chiaramente.
È il momento mi avvicino sul letto.
Quante volte sono stata sopra un uomo così...al club privè sicuramente troppe, ma in viaggio astrale...direi mai.
Allungo la destra ad altezza del cuore accarezzando il battito, tranquillo.
"Bicho allontanati, o lo sveglierai"
"Va bene" è incredibile quanto velocemente si sia fidato di me.
Mi mordicchio le labbra, ed allungo la mano sinistra dietro la nuca di Leo, separare la testa del fantasma astrale dal corpo materiale è la parte più difficile, un fantasma simile al originale si materializza sotto i miei occhi, ne sento il corpo astrale premere contro il mio, potrei arrossire, sono abituata al contatto umano...nel privato, ma nel astrale è strano, quasi troppo intimo, le braccia del fantasma di Leo mi cingono prendendomi alla sprovvista mentre ancora tiene gli occhi chiusi sussurrando.
"Non andare via"
Mi ritraggo pian piano, il suo corpo astrale avvinghiato al mio, voglio distanziarlo dal corpo materiale di qualche passo.
Mi passa le dita tra i capelli dandomi un brivido misto tra eccitazione e sorpresa, spalancò gli occhi e lo guardo, prima di rispondergli con dolcezza.
"Non andrò via, non presto, te lo giuro" ed abbasso il capo per soffiargli sulle labbra, dandogli la sveglia, e qui poso nuovamente la mano destra sul cuore, per placare lo spavento appena spalanca gli occhi
"Cosa diavolo!" Esclama mettendosi a sedere, grazie al cielo gli ho toccato il cuore astrale appena in tempo o sarebbe tornato subito nel corpo materiale.
"Leonardo, stai tranquillo" prego dolcemente, senza togliergli il palmo dal petto, lui si guarda intorno vede il suo corpo è la prima domanda, come al solito è:
"Sono morto?" ridacchio non è la prima volta che osservo questa reazione.

E lui finalmente mi inquadra
"Tu chi cazzo sei?"
Ritiro la mano, s'è ambientato finalmente.
"Sono quella che coccolavi fino a pochi minuti fa?" propongo mettendomi a sedere in fondo al letto a gambe incrociate, mentre Bicho mi si accoccola in grembo a farsi coccolare.
"Stai calmo, Leonardo Decarli" rassicuro rialzando lo sguardo.
"Sei solo sul famoso piano astrale tanto decantato dal tuo collega Clapis...e io...sono Ariel...una tua fan, possiamo dire... e...No non conosco il tuo indirizzo.
Stavo ascoltando un tuo video quando mi sono addormentata...non che i tuoi video mi facciano dormire, ma è stata la tua voce a guidarmi a te" spiego con calma fissandolo negli occhi.
"Ma tu mi leggi nella mente forse? Hai detto le risposte a tutte le mie domande" mi domanda stranito.
"Non tutte in realtà...solo ho risposto alle domande più logiche che potevi avere in una situazione del genere...in ogni casoti ho portato qui su richiesta di Bicho, voleva dimostrarti di non essere impazzito, quando prima tentava di segnalarti la mia presenza" Leo guarda il gatto comodamente accoccolato addosso a me tendendo la maglietta sulle curve.
"Tu, brutto stron..." Mormora prima che lo interrompa di nuovo.
"Ti capisce, sei tu che non capisci lui, per questo... Ti consiglio di moderare i termini...
Lui resta il tuo coinquilino in fondo...io dopo questa chiacchierata tornerò a Dragone Valle...dove c'è il mio corpo e spero di svegliarmi prima che torni mia madre dalla sua cena."

"Dragone Valle...dove sarebbe?"
"Provincia di Brescia... probabilmente ci vedremo in città...hai detto che vai a fare la corsa dei babbo Natale, no?
Ma comunque verrò a Milano nei prossimi giorni..." aggiungo sovrappensiero.
"Quindi sei viva, non un fantasma?"
"Ovvio che sono viva e reale, mi chiamo Ariel de Chimici, su Instangram mi trovi come Ariel the muse, ma attento, è un profilo privato" aggiungo facendo l'occhiolino, non spiego che gli scatti sono chiaramente erotici "e sono pure io del 1990, insomma, siamo coetanei" concludo con un sorriso.
Leo resta imbambolato un po' poi scuote il capo.
"Quindi tu sei una strega"
"Qualcosa del genere..."
"E parli con i gatti"
"Solo sul piano astrale...sul piano reale ho solo una certa...empatia"
"E che ci fai qui?"
"Sinceramente non lo so, stavo sorvolando Milano e al improvviso sono caduta nel tuo appartamento"
"Quindi non sai dove sei?"
"Tecnicamente...No...ho riconosciuto l'appartamento dai tuoi video sui social...ma niente più"
"Capisco...sei così carina anche dal vivo?"
Okey sta domanda mi ha spiazzata
"D-dipende dai gusti delle persone... credo...Bicho...al mio ordine, saltagli addosso...il tempo è volato...e il dolore fisico ti riporterà alla realtà"
Aggiungo, alzandomi in piedi sul letto.
"Dove vuoi andare" chiede Leo mentre Bicho si prepara al balzo sull'addome del padrone.
"A casa"
"E come farai?" Levo l'indice verso il soffitto.
"Volando"
"Mi fai vedere?"
Sospirò e guardo il gatto
"Dopo che saremo saliti, conta fino a dieci e attacca" il gatto annuisce
"Prendi la mia mano, Leo" gliela tendo "e pensa ad andare verso l'alto, verso le stelle" appena lui mi sfiora le dita le intreccio con le mie e parto verso l'alto, oltre ai muri, i piani, verso il cielo sopra la città e questa volta il soffitto non oppone resistenza.
Ed in un battito di ciglio, siamo fuori. Galleggiando tra me nuvole.
La mia euforia per il volo deve aver coinvolto pure il ragazzo che esclama
"Fantastico!"
"Cercami appena ti svegli, Leo" auguro sciogliendo le dita "ti proverò che sono reale" e cerco di rubargli un bacio sulle labbra, prima che lui venga risucchiato dal suo corpo, svegliandosi con il fiato mozzato, nello stesso momento in cui io...mi risveglio nel mio.

"Mamma gatta che mal di testa" brontolo insieme al mio stomaco, metto il cellulare in tasca e inizio a scendere le scale, le lasagne mi aspettano, così come la stufa a legna in soggiorno...dove aspetterò il ritorno di mamma guardando Stranger Things su Netflix, insieme alle mie lasagne.

Fine puntata

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